I sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. Praticamente i misteri della vita di Cristo costituiscono il fondamento di ciò che adesso Cristo, mediante i ministri della Chiesa, dispensa nei sacramenti. Come diceva san Leone Magno: «Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi sacramenti».
C’è uno stretto legame tra i sacramenti e la Chiesa! Cristo ha affidato i sacramenti alla sua Chiesa. Essi sono «della Chiesa», in un duplice significato. Anzitutto sono «da essa», in quanto sono azioni della Chiesa, la quale è sacramento dell’azione di Cristo. E poi sono «per essa», nel senso che edificano la Chiesa (cf. Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 225-226).
C’è però uno stretto legame anche tra i sacramenti e i fedeli, che formano la Chiesa. I sette sacramenti toccano tutte le tappe e tutti i momenti importanti della vita del cristiano. Esiste addirittura una certa somiglianza tra le tappe della vita naturale e quelle della vita spirituale del fedele. Come diceva Papa Benedetto XVI la vita dei cristiani e una vita tutta sacramentale, scandita dai momenti essenziali del ricevimento dei sette sacramenti. Grazie ai sacramenti, la vita di fede dei cristiani nasce e cresce, riceve la guarigione e il dono della missione (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1210).
I sette sacramenti istituiti da Cristo, che i fedeli ricevono nella Chiesa Cattolica sono:
Il Battesimo
Questo sacramento prende anzitutto il nome di Battesimo a motivo del rito centrale con il quale è celebrato: battezzare significa «immergere» nell’acqua. Chi viene battezzato è immerso nella morte di Cristo e risorge con lui come «nuova creatura» (2 Cor 5,17). Lo si chiama anche «lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5), e «illuminazione», perché il battezzato diventa «figlio della luce» (Ef 5,8).
Nelle Parrocchie di Merlino e Marzano il sacramento del Battesimo è celebrato in chiesa parrocchiale, di norma la prima domenica del mese, salvo accordi differenti presi con il parroco.
Voglio battezzare mio/a figlio/a, cosa devo fare?
- Prendere contatto con il parroco per decidere la data del battesimo e ricevere indicazioni sui documenti richiesti
- A tutte le coppie viene chiesto di fare due incontri preparatori: il primo con una famiglia della parrocchia; il secondo con il parroco
Perché la Chiesa battezza i bambini? Perché, essendo nati col peccato originale, essi hanno bisogno di essere liberati dal potere del Maligno e di essere trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio.
Che cosa si richiede a un battezzando? Ad ogni battezzando è richiesta la professione di fede, espressa personalmente nel caso dell’adulto, oppure dai genitori e dalla Chiesa nel caso del bambino. Anche il padrino o la madrina e l’intera comunità ecclesiale hanno una parte di responsabilità nella preparazione al Battesimo (catecumenato), come pure nello sviluppo della fede e della grazia battesimale.
È necessario il Battesimo per la salvezza? Il Battesimo è necessario alla salvezza per coloro ai quali è stato annunziato il Vangelo e che hanno la possibilità di chiedere questo Sacramento.
Si può essere salvati senza Battesimo? Poiché Cristo è morto per la salvezza di tutti, possono essere salvati anche senza Battesimo quanti muoiono a causa della fede (Battesimo di sangue), i catecumeni, e anche tutti coloro che sotto l’impulso della grazia, senza conoscere Cristo e la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la sua volontà (Battesimo di desiderio). Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa nella sua liturgia li affida alla misericordia di Dio.
Quali sono gli effetti del Battesimo? Il Battesimo rimette il peccato originale, tutti i peccati personali e le pene dovute al peccato; fa partecipare alla vita divina trinitaria mediante la grazia santificante, la grazia della giustificazione che incorpora a Cristo e alla sua Chiesa; fa partecipare al sacerdozio di Cristo e costituisce il fondamento della comunione con tutti i cristiani; elargisce le virtù teologali e i doni dello Spirito Santo. Il battezzato appartiene per sempre a Cristo: è segnato, infatti, con il sigillo indelebile di Cristo (carattere).
Quale significato assume il nome cristiano ricevuto nel Battesimo? Il nome è importante, perché Dio conosce ciascuno per nome, cioè nella sua unicità. Con il Battesimo, il cristiano riceve nella Chiesa il proprio nome, preferibilmente quello di un santo, in modo che questi offra al battezzato un modello di santità e gli assicuri la sua intercessione presso Dio.
L’Eucaristia
L’Eucaristia è il sacrificio stesso del Corpo e del Sangue del Signore Gesù, che egli istituì per perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce, affidando così alla sua Chiesa il memoriale della sua Morte e Risurrezione. È il segno dell’unità, il vincolo della carità, il convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno della vita eterna.
L’Eucaristia è il sacramento istituito dal Signore il Giovedì Santo, «la notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11,23), mentre celebrava con i suoi Apostoli l’Ultima Cena. Dopo aver radunato i suoi Apostoli nel Cenacolo, Gesù prese nelle sue mani il pane, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto per voi». Poi prese nelle sue mani il calice del vino e disse loro: «Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me».
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 271-273)
I bambini che si vogliono accostare alla Prima Comunione devono seguire il cammino di catechismo che inizia in prima elementare e, salvo altri accordi, la comunione si riceve in quarta elementare.
Che cosa rappresenta l’Eucaristia nella vita della Chiesa?
È fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Nell’Eucaristia toccano il loro vertice l’azione santificante di Dio verso di noi e il nostro culto verso di lui. Essa racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa: lo stesso Cristo, nostra Pasqua. La comunione della vita divina e l’unità del Popolo di Dio sono espresse e prodotte dall’Eucaristia. Mediante la celebrazione eucaristica ci uniamo già alla liturgia del Cielo e anticipiamo la vita eterna.
Come Gesù è presente nell’Eucaristia?
Gesù Cristo è presente nell’Eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente infatti in modo vero, reale, sostanziale: con il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua Anima e la sua Divinità. In essa è quindi presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo.
Quando la Chiesa fa obbligo di partecipare alla santa Messa?
La Chiesa fa obbligo ai fedeli di partecipare alla santa Messa ogni domenica e nelle feste di precetto, e raccomanda di parteciparvi anche negli altri giorni.
(Puoi vedere l’Orario delle sante Messe e celebrazioni liturgiche nella nostra parrocchia se apri la pagina Orario Sante Messe).
Quando si deve fare la santa Comunione?
La Chiesa raccomanda ai fedeli che partecipano alla santa Messa di ricevere con le dovute disposizioni anche la santa Comunione, prescrivendone l’obbligo almeno a Pasqua.
Che cosa si richiede per ricevere la santa Comunione?
Per ricevere la santa Comunione si deve essere pienamente incorporati alla Chiesa cattolica ed essere in stato di grazia, cioè senza coscienza di peccato mortale. Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione. Importanti sono anche lo spirito di raccoglimento e di preghiera, l’osservanza del digiuno prescritto dalla Chiesa e l’atteggiamento del corpo (gesti, abiti), in segno di rispetto a Cristo.
Quali sono i frutti della santa Comunione?
La santa Comunione accresce la nostra unione con Cristo e con la sua Chiesa, conserva e rinnova la vita di grazia ricevuta nel Battesimo e nella Cresima e ci fa crescere nell’amore verso il prossimo. Fortificandoci nella carità, cancella i peccati veniali e ci preserva in futuro dai peccati mortali.
Perché l’Eucaristia è «pegno della gloria futura»?
Perché l’Eucaristia ci ricolma di ogni grazia e benedizione del Cielo, ci fortifica per il pellegrinaggio di questa vita e ci fa desiderare la vita eterna, unendoci già a Cristo asceso alla destra del Padre, alla Chiesa del cielo, alla beatissima Vergine e a tutti i Santi.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 274-275; 282; 286; 289-292; 294)
La Confermazione/Cresima
Il sacramento della Cresima o della Confermazione è il terzo sacramento dell’iniziazione cristiana che i fedeli ricevono e viene a portare alla maturità la loro fede in Dio: rinati nel Battesimo, nutriti dall’Eucaristia, sono corroborati dalla Confermazione. Secondo la disciplina del sacramento, la Cresima è ricevuta dai ragazzi e giovani che sono arrivati all’età in cui sono capaci di capire e vivere in modo personale la fede ricevuta nel giorno del Battesimo.
Nelle parrocchie di Merlino e Marzano si accede alla Cresima al termine della prima media dopo un periodo di preparazione catechistica che inizia in prima elementare.
Gli adulti che richiedono la Cresima devono presentare domanda contattando il parroco e frequentare un corso diocesano di preparazione alla cui conclusione segue il sacramento, somministrato dal Vescovo di Lodi.
Qual è il posto della Confermazione nel disegno divino della salvezza?
Nell’Antico Testamento, i profeti hanno annunziato la comunicazione dello Spirito del Signore al Messia atteso e a tutto il popolo messianico. Tutta la vita e la missione di Gesù si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo. Gli Apostoli ricevono lo Spirito Santo nella Pentecoste e annunziano «le grandi opere di Dio» (At 2,11). Essi comunicano ai neo battezzati, attraverso l’imposizione delle mani, il dono dello stesso Spirito. Lungo i secoli la Chiesa ha continuato a vivere dello Spirito e a comunicarlo ai suoi figli.
Perché si chiama Cresima o Confermazione?
Si chiama Cresima (nelle Chiese Orientali: Crismazione col Santo Myron) a motivo del suo rito essenziale che è l’unzione. Si chiama Confermazione, perché conferma e rafforza la grazia battesimale.
Qual è il rito essenziale della Confermazione?
Il rito essenziale della Confermazione è l’unzione con il sacro crisma (olio misto con balsamo, consacrato dal Vescovo), che si fa con l’imposizione della mano da parte del ministro che pronunzia le parole sacramentali proprie del rito. In Occidente, tale unzione viene fatta sulla fronte del battezzato con le parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Presso le Chiese Orientali di rito bizantino, l’unzione viene fatta anche su altre parti del corpo, con la formula: «Sigillo del dono dello Spirito Santo».
Qual è l’effetto della Confermazione?
L’effetto della Confermazione è la speciale effusione dello Spirito Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell’anima un carattere indelebile e apporta una crescita della grazia battesimale: radica più profondamente nella fili azione divina; unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa; rinvigorisce nell’anima i doni dello Spirito Santo; dona una speciale forza per testimoniare la fede cristiana.
Chi può ricevere questo Sacramento?
Può e deve riceverlo, una volta sola, chi è già stato battezzato, il quale, per riceverlo efficacemente, dev’essere in stato di grazia.
Chi è il ministro della Confermazione?
Ministro originario è il Vescovo. Si manifesta cosi il legame del cresimato con la Chiesa nella sua dimensione apostolica. Quando è il presbitero a conferire tale sacramento – come avviene ordinariamente in Oriente e in casi particolari in Occidente -, il legame col Vescovo e con la Chiesa è espresso dal presbitero, collaboratore del Vescovo, e dal sacro crisma, consacrato dal Vescovo stesso.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 265-270)
Il Matrimonio
Per la celebrazione del sacramento del Matrimonio, i fidanzati devono contattare il parroco con diversi mesi di anticipo e prevedere la partecipazione agli incontri per fidanzati, organizzato in ogni vicariato. Dopo aver partecipato agli incontri i futuri sposi potranno presentarsi dal parroco per i documenti necessari.
Qual è il disegno di Dio sull’uomo e sulla donna?
Dio, che è amore e che ha creato l’uomo per amore, l’ha chiamato ad amare. Creando l’uomo e la donna, li ha chiamati nel Matrimonio a un’intima comunione di vita e di amore fra loro, «così che non sono più due, ma una carne sola» (Mt 19,6). Benedicendoli, Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 1,28).
Per quali fini Dio ha istituito il Matrimonio?
L’unione matrimoniale dell’uomo e della donna, fondata e strutturata con leggi proprie dal Creatore, per sua natura è ordinata alla comunione e al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione dei figli. L’unione matrimoniale, secondo l’originario disegno divino, è indissolubile, come afferma Gesù Cristo: «Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi» (Mc 10,9).
In qual modo il peccato minaccia il Matrimonio?
A causa del primo peccato, che ha provocato anche la rottura della comunione tra l’uomo e la donna, donata dal Creatore, l’unione matrimoniale è molto spesso minacciata dalla discordia e dall’infedeltà. Tuttavia Dio, nella sua infinita misericordia, dona all’uomo e alla donna la sua grazia per realizzare l’unione delle loro vite secondo l’originario disegno divino.
Che cosa insegna l’Antico Testamento sul Matrimonio?
Dio, soprattutto attraverso la pedagogia della Legge e dei profeti, aiuta il suo popolo a maturare progressivamente la coscienza dell’unicità e dell’indissolubilità del Matrimonio. L’alleanza nuziale di Dio con Israele prepara e prefigura l’Alleanza nuova compiuta dal Figlio di Dio, Gesù Cristo, con la sua sposa, la Chiesa.
Qual è la novità donata da Cristo al Matrimonio?
Gesù Cristo non solo ristabilisce l’ordine iniziale voluto da Dio, ma dona la grazia per vivere il Matrimonio nella nuova dignità di sacramento, che è il segno del suo amore sponsale per la Chiesa: «Voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa» (Ef 5,25).
Il Matrimonio è un obbligo per tutti?
Il Matrimonio non è un obbligo per tutti. In particolare Dio chiama alcuni uomini e donne a seguire il Signore Gesù nella via della verginità o del celibato per il Regno dei cieli, rinunciando al gran bene del Matrimonio per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli, diventando segno dell’assoluto primato dell’amore di Cristo e dell’ardente attesa della sua venuta gloriosa.
Come si celebra il Sacramento del Matrimonio?
Poiché il Matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella Chiesa, la sua celebrazione liturgica è pubblica, alla presenza del sacerdote (o del testimone qualificato della Chiesa) e degli altri testimoni.
Che cosa è il consenso matrimoniale?
Il consenso matrimoniale è la volontà, espressa da un uomo e da una donna, di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un’alleanza di amore fedele e fecondo. Poiché il consenso fa il Matrimonio, esso è indispensabile e insostituibile. Per rendere valido il Matrimonio, il consenso deve avere come oggetto il vero Matrimonio ed essere un atto umano, cosciente e libero, non determinato da violenza o costrizioni.
Che cosa si richiede quando uno degli sposi non è cattolico?
Per essere leciti, i matrimoni misti (fra cattolico e battezzato non cattolico) richiedono la licenza dell’autorità ecclesiastica. Quelli con disparità di culto (fra cattolico e non battezzato) per essere validi hanno bisogno di una dispensa. In ogni caso, è essenziale che i coniugi non escludano l’accettazione dei fini e delle proprietà essenziali del Matrimonio, e che il coniuge cattolico confermi gli impegni, conosciuti anche dall’altro coniuge, di conservare la fede e di assicurare il Battesimo e l’educazione cattolica dei figli.
Quali sono gli effetti del sacramento del Matrimonio?
Il sacramento del Matrimonio genera tra i coniugi un vincolo perpetuo ed esclusivo. Dio stesso suggella il consenso degli sposi. Pertanto il Matrimonio concluso e consumato tra battezzati non può essere mai sciolto. Inoltre questo sacramento conferisce agli sposi la grazia necessaria per raggiungere la santità nella vita coniugale e per l’accoglienza responsabile dei figli e la loro educazione.
Quali sono i peccati gravemente contrari al Sacramento del Matrimonio?
Essi sono: l’adulterio; la poligamia, in quanto contraddice la pari dignità tra l’uomo e la donna, l’unicità e l’esclusività dell’amore coniugale; il rifiuto della fecondità, che priva la vita coniugale del dono dei figli; e il divorzio, che contravviene all’indissolubilità.
Quando la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi?
La Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi quando la loro coabitazione è divenuta per motivi gravi praticamente impossibile, anche se auspica una loro riconciliazione. Ma essi, finché vive il coniuge, non sono liberi di contrarre una nuova unione, a meno che il loro Matrimonio sia nullo, e tale venga dichiarato dall’autorità ecclesiastica.
Qual è l’atteggiamento della Chiesa verso i divorziati risposati?
Fedele al Signore, la Chiesa non può riconoscere come Matrimonio l’unione dei divorziati risposati civilmente. «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio» (Mc 10,11-12). Verso di loro la Chiesa attua un’attenta sollecitudine, invitandoli a una vita di fede, alla preghiera, alle opere di carità e all’educazione cristiana dei figli. Ma essi non possono ricevere l’Assoluzione sacramentale, né accedere alla Comunione eucaristica, né esercitare certe responsabilità ecclesiali, finché perdura tale situazione, che oggettivamente contrasta con la legge di Dio.
Perché la famiglia cristiana è chiamata anche Chiesa domestica?
Perché la famiglia manifesta e attua la natura comunionale e familiare della Chiesa come famiglia di Dio. Ciascun membro, secondo il proprio ruolo, esercita il sacerdozio battesimale, contribuendo a fare della famiglia una comunità di grazia e di preghiera, una scuola delle virtù umane e cristiane, il luogo del primo annuncio della fede ai figli.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 337-350)
La Confessione/Penitenza
Cristo, medico dell’anima e del corpo, ha istituito il Sacramento della Confessione perché la vita nuova, da lui donataci nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, può essere indebolita e persino perduta a causa del peccato. Perciò Cristo ha voluto che la Chiesa continuasse la sua opera di guarigione e di salvezza mediante il sacramento della Confessione e il sacramento dell’Unzione degli infermi.
Il cammino di preparazione alla Festa del Perdono / Prima Confessione inizia in prima elementare e il sacramento si riceve in terza elementare.
Per le parrocchie di Merlino e Marzano le confessioni sono:
- ogni sabato dalle 15.00 alle 16.00
- prima delle S. Messe feriali e festive
- su appuntamento, contattando il parroco
Come viene chiamato questo Sacramento?
Esso viene chiamato Sacramento della Penitenza, della Riconciliazione, del Perdono, della Confessione, della Conversione.
Perché esiste un Sacramento della Riconciliazione dopo il Battesimo?
Poiché la vita nuova nella grazia, ricevuta nel Battesimo, non ha soppresso la debolezza della natura umana, né l’inclinazione al peccato (cioè la concupiscenza), Cristo ha istituito questo Sacramento per la conversione dei battezzati, che si sono allontanati da lui con il peccato.
Quando fu istituito questo Sacramento?
Il Signore risorto ha istituito questo Sacramento quando la sera di Pasqua si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23).
I battezzati hanno bisogno di convertirsi?
L’appello di Cristo alla conversione risuona continuamente nella vita dei battezzati. La conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa, che è Santa ma comprende nel suo seno i peccatori.
Che cos’è la penitenza interiore?
È il dinamismo del «cuore contrito» (Sal 51,19), mosso dalla grazia divina a rispondere all’amore misericordioso di Dio. Implica il dolore e la repulsione per i peccati commessi, il fermo proposito di non peccare più in avvenire e la fiducia nell’aiuto di Dio. Si nutre della speranza nella misericordia divina.
In quali forme si esprime la penitenza nella vita cristiana?
La penitenza si esprime in forme molto varie, in particolare con il digiuno, la preghiera, l’elemosina. Queste e molte altre forme di penitenza possono essere praticate nella vita quotidiana del cristiano, in particolare nel tempo di Quaresima e nel giorno penitenziale del venerdì.
Quali sono gli elementi essenziali del Sacramento della Riconciliazione?
Sono due: gli atti compiuti dall’uomo, che si converte sotto l’azione dello Spirito Santo, e l’assoluzione del sacerdote, che nel Nome di Cristo concede il perdono e stabilisce le modalità della soddisfazione.
Quali sono gli atti del penitente?
Essi sono: un diligente esame di coscienza; la contrizione (o pentimento), che è perfetta quando è motivata dall’amore verso Dio, imperfetta se fondata su altri motivi, e che include il proposito di non peccare più; la confessione, che consiste nell’accusa dei peccati fatta davanti al sacerdote; la soddisfazione, ossia il compimento di certi atti di penitenza, che il confessore impone al penitente per riparare il danno causato dal peccato.
Quali peccati si devono confessare?
Si devono confessare tutti i peccati gravi non ancora confessati, dei quali ci si ricorda dopo un diligente esame di coscienza. La confessione dei peccati gravi è l’unico modo ordinario per ottenere il perdono.
Quando si è obbligati a confessare i peccati gravi?
Ogni fedele, raggiunta l’età della ragione, ha l’obbligo di confessare i propri peccati gravi almeno una volta all’anno, e comunque prima di ricevere la santa Comunione.
Perché i peccati veniali possono essere anch’essi oggetto della confessione sacramentale?
La confessione dei peccati veniali è vivamente raccomandata dalla Chiesa, anche se non è strettamente necessaria, perché ci aiuta a formarci una retta coscienza e a lottare contro le cattive inclinazioni, per lasciarci guarire da Cristo e per progredire nella vita dello Spirito.
Chi è il ministro di questo Sacramento?
Cristo ha affidato il ministero della riconciliazione ai suoi Apostoli, ai Vescovi loro successori e ai presbiteri loro collaboratori, i quali diventano pertanto strumenti della misericordia e della giustizia di Dio. Essi esercitano il potere di perdonare i peccati nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Il Confessore è tenuto al segreto?
Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto dovuto alle persone, ogni Confessore è obbligato, senza alcuna eccezione e sotto pene molto severe, a mantenere il sigillo sacramentale, cioè l’assoluto segreto circa i peccati conosciuti in confessione.
Quali sono gli effetti di questo Sacramento?
Gli effetti del Sacramento della Penitenza sono: la riconciliazione con Dio e quindi il perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il recupero, se perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono conseguenze del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione dello spirito; l’accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano.
In alcuni casi si può celebrare questo Sacramento con la confessione generica e l’assoluzione collettiva?
In casi di grave necessità (come in pericolo imminente di morte), si può ricorrere alla celebrazione comunitaria della Riconciliazione con la confessione generica e l’assoluzione collettiva, nel rispetto delle norme della Chiesa e con il proposito di confessare individualmente a tempo debito i peccati gravi.
Che cosa sono le indulgenze?
Le indulgenze sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale meritata per i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che il fedele, a determinate condizioni, acquista, per se stesso o per i defunti mediante il ministero della Chiesa, la quale, come dispensatrice della redenzione, distribuisce il tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 296-312)
L’Ordine
Tra i sette grandi doni santi che per mezzo della Chiesa Dio offre ai fedeli, ci sono due posti al servizio della comunione e della missione: il sacramento dell’Ordine e il sacramento del Matrimonio.
Questi due sacramenti conferiscono una grazia speciale per una missione particolare nella Chiesa a servizio dell’edificazione del popolo di Dio. Essi contribuiscono in particolare alla comunione ecclesiale e alla salvezza degli altri.
Che cos’è il sacramento dell’Ordine?
È il Sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa, sino alla fine dei tempi.
Perché si chiama Sacramento dell’Ordine?
Ordine indica un corpo ecclesiale, di cui si entra a far parte mediante una speciale consacrazione (Ordinazione), che, per un particolare dono dello Spirito Santo, permette di esercitare una sacra potestà a nome e con l’autorità di Cristo a servizio del Popolo di Dio.
Come si colloca il Sacramento dell’Ordine nel disegno divino della salvezza?
Nell’Antica Alleanza sono prefigurazioni di tale Sacramento il servizio dei Leviti, come pure il sacerdozio di Aronne e l’istituzione dei settanta «Anziani» (Nm 11,25). Tali prefigurazioni trovano il loro compimento in Cristo Gesù, il quale, col sacrificio della sua Croce, è l’«unico […] mediatore tra Dio e gli uomini» (1 Tm 2,5), il «sommo Sacerdote alla maniera di Melchisedech» (Eb 5, l0). L’unico sacerdozio di Cristo è reso presente dal sacerdozio ministeriale.
Di quanti gradi si compone il sacramento dell’Ordine?
Esso si compone di tre gradi, che sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: l’episcopato, il presbiterato e il diaconato.
Qual è l’effetto dell’Ordinazione episcopale?
L’Ordinazione episcopale conferisce la pienezza del sacramento dell’Ordine, fa del Vescovo il legittimo successore degli Apostoli, lo inserisce nel Collegio episcopale, condividendo con il Papa e gli altri Vescovi la sollecitudine per tutte le Chiese, e gli consegna gli uffici di insegnare, santificare e governare.
Qual è l’ufficio del Vescovo nella Chiesa particolare a lui affidata?
Il Vescovo, a cui viene affidata una Chiesa particolare, è il principio visibile e il fondamento dell’unità di tale Chiesa, verso la quale adempie, quale vicario di Cristo, l’ufficio pastorale, coadiuvato dai propri presbiteri e diaconi.
Qual è l’effetto dell’Ordinazione presbiterale?
L’unzione dello Spirito segna il presbitero con un carattere spirituale indelebile, lo configura a Cristo sacerdote e lo rende capace di agire nel Nome di Cristo Capo. Essendo cooperatore dell’Ordine episcopale, egli è consacrato per predicare il Vangelo, per celebrare il culto divino, soprattutto l’Eucaristia da cui trae forza il suo ministero, e per essere il Pastore dei fedeli.
Come il presbitero esercita il proprio ministero?
Pur essendo ordinato per una missione universale, egli la esercita in una Chiesa particolare, in fraternità sacramentale con gli altri presbiteri che formano il «presbiterio» e che, in comunione con il Vescovo e in dipendenza da lui, portano la responsabilità della Chiesa particolare.
Qual è l’effetto dell’Ordinazione diaconale?
Il diacono, configurato a Cristo servo di tutti, viene ordinato per il servizio della Chiesa, che egli compie sotto l’autorità del proprio Vescovo, a riguardo del ministero della Parola, del culto divino, della guida pastorale e della carità.
Come si celebra il sacramento dell’Ordine?
Per ciascuno dei tre gradi, il sacramento dell’Ordine è conferito mediante l’imposizione delle mani sul capo dell’ordinando da parte del Vescovo, che pronunzia la solenne preghiera consacratoria. Con essa il Vescovo invoca da Dio per l’ordinando la speciale effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni, in vista del ministero.
Chi può conferire questo sacramento?
Spetta ai Vescovi validamente ordinati, in quanto successori degli Apostoli, conferire i tre gradi del sacramento dell’Ordine.
Chi può ricevere questo sacramento?
Può riceverlo validamente soltanto il battezzato di sesso maschile: la Chiesa si riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Nessuno può esigere di ricevere il sacramento dell’Ordine, ma deve essere considerato adatto al ministero dall’autorità della Chiesa
È richiesto il celibato a chi riceve il Sacramento dell’Ordine?
Per l’episcopato è sempre richiesto il celibato. Per il presbiterato, nella Chiesa latina sono ordinariamente scelti uomini credenti che vivono da celibi e che intendono conservare il celibato «per il regno dei cieli» (Mt 19,12); nelle Chiese Orientali non è consentito sposarsi dopo aver ricevuto l’ordinazione. Al diaconato permanente possono accedere anche uomini già sposati.
Quali sono gli effetti del sacramento dell’Ordine?
Questo sacramento dona una speciale effusione dello Spirito Santo, che configura l’ordinato a Cristo nella sua triplice funzione di Sacerdote, Profeta e Re, secondo i rispettivi gradi del sacramento. L’ordinazione conferisce un carattere spirituale indelebile: perciò non può essere ripetuta né conferita per un tempo limitato.
Con quale autorità viene esercitato il sacerdozio ministeriale?
I sacerdoti ordinati, nell’esercizio del ministero sacro, parlano e agiscono non per autorità propria e neppure per mandato o per delega della comunità, ma in Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa. Pertanto il sacerdozio ministeriale si differenzia essenzialmente, e non solo per grado, dal sacerdozio comune dei fedeli, a servizio del quale Cristo l’ha istituito.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 322-336)
L’Unzione degli infermi
Cristo, medico dell’anima e del corpo, ha istituito il Sacramento dell’Unzione degli infermi perché la vita nuova, da lui donataci nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, può essere indebolita e persino perduta a causa del peccato. Perciò Cristo ha voluto che la Chiesa continuasse la sua opera di guarigione e di salvezza mediante il sacramento della Confessione e il sacramento dell’Unzione degli infermi.
VISITE AI MALATI E AGLI ANZIANI
Il parroco si premura di rendere visita agli ammalati a domicilio mensilmente
(primo venerdì del mese). Se qualcuno, malato o infermo (impossibilitato a partecipare alla Messa domenicale) vuole ricevere la comunione mensile contatti il parroco. In caso di grave pericolo per la vita di un proprio caro si può contattare il parroco per portare il sacramento.
Come è vissuta la malattia nell’Antico Testamento?
Nell’Antico Testamento l’uomo durante la malattia sperimenta il proprio limite, e nello stesso tempo percepisce che la malattia è legata, in modo misterioso, al peccato. I profeti hanno intuito che essa poteva avere anche un valore redentivo per i peccati propri e altrui. Così la malattia era vissuta di fronte a Dio, dal quale l’uomo implorava la guarigione.
Quale significato ha la compassione di Gesù verso gli ammalati?
La compassione di Gesù verso gli ammalati e le sue numerose guarigioni di infermi sono un chiaro segno che con lui è venuto il Regno di Dio e quindi la vittoria sul peccato, sulla sofferenza e sulla morte. Con la sua passione e morte, egli dà nuovo senso alla sofferenza, la quale, se unita alla sua, può diventare mezzo di purificazione e di salvezza per noi e per gli altri.
Qual è il comportamento della Chiesa verso i malati?
La Chiesa, avendo ricevuto dal Signore l’imperativo di guarire gli infermi, si impegna ad attuarlo con le cure verso i malati, accompagnate da preghiere di intercessione. Essa soprattutto possiede un Sacramento specifico in favore degli infermi, istituito da Cristo stesso e attestato da san Giacomo: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio nel nome del Signore» (Gc 5,14-15).
Chi può ricevere il Sacramento dell’Unzione degli infermi?
Lo può ricevere il fedele, che comincia a trovarsi in pericolo di morte per malattia o vecchiaia. Lo stesso fedele lo può ricevere anche altre volte, quando si verifica un aggravarsi della malattia oppure quando gli capita un’altra malattia grave. La celebrazione di questo Sacramento deve essere possibilmente preceduta dalla confessione individuale del malato.
Chi amministra questo Sacramento?
Esso può essere amministrato solo dai sacerdoti (Vescovi o presbiteri).
Come si celebra questo Sacramento?
La celebrazione di questo Sacramento consiste essenzialmente nell’ Unzione con l’olio, benedetto possibilmente dal Vescovo, sulla fronte e sulle mani del malato (nel rito romano, o anche su altre parti del corpo in altri riti), accompagnata dalla preghiera del sacerdote, che implora la grazia speciale di questo Sacramento.
Quali sono gli effetti di questo Sacramento?
Esso conferisce una grazia particolare, che unisce più intimamente il malato alla Passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa, donandogli conforto, pace, coraggio, e anche il perdono dei peccati, se il malato non ha potuto confessarsi. Questo Sacramento consente talvolta, se Dio lo vuole, anche il recupero della salute fisica. In ogni caso, questa Unzione prepara il malato al passaggio nella Casa del Padre.
Che cos’è il Viatico?
È l’Eucaristia ricevuta da coloro che stanno per lasciare la vita terrena e si preparano al passaggio alla vita eterna. Ricevuta al momento del passaggio da questo mondo al Padre, la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo morto e risorto è seme di vita eterna e potenza di risurrezione.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 313-320)
I primi tre sacramenti, il Battesimo, l’Eucaristia e la Confermazione, vengono chiamati i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Il sacramento della Confessione, della Penitenza o della Riconciliazione e quello dell’Unzione degli infermi sono chiamati anche i sacramenti della guarigione. Infine i sacramenti che sono al servizio della comunione e della missione dei fedeli sono il sacramento dell’Ordine e il sacramento del Matrimonio.
I sacramenti formano un organismo nel quale ciascuno di essi ha il suo ruolo vitale. In questo organismo l’Eucaristia occupa un posto unico in quanto è il «sacramento dei sacramenti»: «Gli altri sono tutti ordinati a questo come al loro specifico fine» (cf. CCC 1211).